
Nel podcast di oggi Alberta Giorgi intervista Massimo Airoldi (Università di Milano) sul volume Machine Habitus: Toward a Sociology of Algorithms, pubblicato di recente per Polity Press (2021).
Nell’intervista, Massimo racconta di come abbia adottato (e adattato) la prospettiva di Bourdieu per leggere gli algoritmi e il ruolo che hanno nelle società contemporanee – in particolare, nella riproduzione sociale (anzi, tecno-sociale). Nell’intervista – e nel volume – Massimo si confronta con la domanda “ma quanto contano gli algoritmi?” rifiutando le polarizzazioni tra la macchina come completamente determinata dall’umano e Hal 9001, per spiegare che gli algoritmi non sono neutrali ma la loro non neutralità è messa in forma dal sociale e dall’umano: in questo senso, sono attori che interagiscono. Per evitare e superare le lettura degli algoritmi come completamente biased o come salvifici e liberatori, Massimo argomenta che la sociologia dovrebbe essere in prima linea.
Per approfondire, Massimo consiglia:
- The Social Dilemma e Coded Bias.
- Centri di ricerca e associazioni che si occupano di intelligenza artificiale e delle sue implicazioni, come AlgorithmWatch e Privacy Network.
- Tra i libri, suggerisce
- Kate Crawford, Atlas of AI (tradotto in italiano da Il Mulino);
- Shoshana Zuboff, The Age of Surveillance Capitalism. The Fight for a Human Future at the New Frontier of Power (tradotto da Luiss University press).
- Norbert Wiener, Introduzione alla cibernetica. L’uso umano degli esseri umani.
- Virginia Eubanks, Automating Inequality. How High-Tech Tools Profile, Police, and Punish the Poor.
Buon ascolto!